Tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento vennero costruiti diversi edifici in muratura in Via Icona-Riparossa (oggi Via Guglielmo Marconi) e in Via Stradale della Madonna delle Grazie, direttrici verso cui il paese si stava progressivamente espandendo in quegli anni. Al pianoterra di uno di questi edifici, risalenti alla Belle Époque, si trovava la storica bottega di Oderico Lucantoni, il quale ereditò il mestiere dal padre Pasquale, fabbro e coltellinaio del paese.
Con la scomparsa di Oderico, ultranovantenne, avvenuta il 13 maggio 2004, è cessata un’attività tradizionale del paese. Infatti lo storico coltellinaio, negli ultimi decenni, si era concentrato unicamente sulla produzione di coltelli, conosciuti ben oltre i confini di Controguerra. Il tipico coltello “gobbo” creato da Oderico era apprezzato non solo dai contadini, ma anche dai marinai, tanto che il modello è noto col nome di Anconetano. Oggi i controguerresi conservano gelosamente le produzioni artigianali di Oderico, meglio noto tra i compaesani come Rico də Pəchiorrə.
In anni recenti, in occasione della Sagra Enogastronomica del 2016, la sua bottega è stata ripulita ed aperta al pubblico, mostrando ai tanti avventori che l’hanno visitata, un mondo scomparso ma in grado di suscitare ancora fascino e meraviglia.
La bottega è un ambiente di modeste dimensioni, con alcune pareti imbrunite dalla fuliggine, depositata in oltre un secolo di attività. Vi sono conservati alcuni strumenti tipici del mestiere, come la pesante incudine, la forgia e gli utensili per rifare il filo alle lame, oltre ad alcuni coltelli iniziati e mai finiti, che disvelano il lungo procedimento che principiava dalla scelta dei corni di vacca, per il manico, e dell’acciaio, per la lama. Nell’ambiente è presente anche una grotta, ossia una neviera, che serviva per la conservazione del cibo e, all’occorrenza, anche come magazzino.