L’oratorio dell’Immacolata Concezione, o della Cona

L’oratorio della Immacolata Concezione, o Madonna della Cona, è una chiesetta cinquecentesca edificata anticamente in un’area rurale, ma che oggi risulta inurbata nel tessuto edilizio moderno.  L’edificio non ha subito restauri particolarmente invasivi e conserva un affresco coevo, raffigurante la Vergine con i Santi Agostino (inginocchiato in preghiera) e Benedetto Abate (in piedi con bastone pastorale), che occupa l’intera parete dietro l’altare. Nel Seicento, forse su una parete laterale, vi era una raffigurazione di San Carlo, oggi non più esistente.

Esternamente, l’ingresso della chiesetta è ubicato al culmine di una piccola rampa di scale laterale con pianerottolo. Il portale è architravato e incorniciato da mattoni. Ai lati ci sono due piccole finestre quadrate, anch’esse incorniciate con dei mattoni. Sopra al portone c’è un’apertura circolare. Conclude la facciata intonacata un campanile a vela con una campana, su cui è raffigurata l’immagine dell’Immacolata Concezione. Panichi riporta che la campana fu donata da un certo Di Pasquale, nel 1859, cinque anni dopo che l’Immacolata Concezione era stata riconosciuta dogma da papa Pio IX.

All’interno dell’edificio, oltre all’affresco e all’altare, c’è un’interessante acquasantiera, sulla destra, che mi sembra un elemento di recupero, forse un antico capitello. Le pareti laterali sono affrescate con riquadri in finto marmo.

Probabilmente questa chiesa, come quella di San Rocco, fu costruita durante un’epidemia per accogliere i pellegrini e i malati fuori dal paese. Il Panichi ha raccolto anche una leggenda sulla costruzione dell’edificio sacro: due giovani aristocratici si stavano recando a caccia nella Valle del Tronto e nel momento in cui uno dei due pronunciò un turpiloquio s’udì la voce della Vergine muovere un rimprovero. Proprio ove avvenne l’evento prodigioso sarebbe stato edificato il piccolo sacello.

La chiesetta ha finito, nel tempo, per dare il nome alla contrada e sino a qualche tempo fa era tradizione celebrarvisi una festa e una messa ogni primo sabato di giugno.

Nel 1836, quando i lavori per il cimitero di Colle Fruscione si erano arenati perché i paesani non volevano seppellire i propri cari lontano dalla chiesa della Madonna delle Grazie, l’amministrazione comunale dell’epoca pensò di edificare intorno alla chiesetta della Cona il cimitero comunale per “avvicinarlo” al paese, ma il progetto non ebbe seguito e fu portato a compimento quello lontano dall’abitato.