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Chiesa della Madonna delle Grazie

 
Categoria/e: Luoghi storici e culturali

La chiesa della Madonna delle Grazie è ubicata fuori dal borgo vecchio, lungo la via omonima. Diverse fonti attestano che in tempi remoti essa fu la prima chiesa cristiana dell’abitato. Il titolo di “Madonna delle Grazie” le venne assegnato probabilmente a seguito della predicazione di San Giacomo della Marca che, nel corso del sec. XV, diffuse il culto di Maria Santissima nel Teramano. Fino all’edificazione della chiesa di San Benedetto Abate, nel 1610, questa fu la chiesa parrocchiale del paese, come attestato dalle visite pastorali cinquecentesche. Tale onore le venne tributato per la particolare devozione del popolo, che continuava a preferirla come chiesa madre, sebbene già sul finire del Medioevo il centro abitato si fosse spostato più a Est, sull’altura dov’è ancora oggi. Nel Cinquecento la chiesa della Madonna delle Grazie era in aperta campagna, fuori dalle mura cittadine.

La struttura attuale ha un importante nucleo cinque-secentesco ma è difficile scorgerlo se non in alcuni dettagli strutturali, negli elementi architettonici della sacrestia e nel campanile, poiché l’edificio ha subito imponenti restauri nel 1854 e, in maniera ancor più invasiva, nel corso degli anni Cinquanta del Novecento, per onorare un voto fatto dai controguerresi il 2 febbraio 1944, per preservare il paese dalle sciagure della guerra.

L’esterno della chiesa è in laterizio, con intonaco su parte della facciata e sulle mura laterali, ma non sul retro dell’edificio, che rivela ancora la mattonatura cinque-secentesca. La facciata è tripartita da paraste binate in mattoni con motivi geometrici, ricavati dalla policromia del laterizio. Il portone è sormontato da una targa in marmo, che ricorda la consacrazione del popolo controguerrese al Cuore Immacolato di Maria, avvenuta il 2 luglio 1943, e da un finestrone quadrato. L’ingresso è su una scalinata accessibile da tre lati, conseguenza dell’abbassamento del livello del suolo. Ad ornare l’ingresso sono poste, nel terreno, due antiche colonne in travertino, probabilmente recuperate dal chiostro del demolito convento di San Francesco.

La trabeazione poggia sui capitelli delle paraste ed è sormontata da un piccolo frontone centrale che ricorda un tempio antico. Non a caso, la chiesa era nota come “il tempio” della Madonna delle Grazie.

Nella piazza antistante l’edificio è installata una struttura pavimentale in marmi policromi che ricorda il Giubileo dell’anno 2000.

Il campanile, posto nel retro dell’edificio, sul lato Est, è a vela, di gusto spagnolo, con tre aperture. Vi sono collocate due campane, fuse ad Agnone, che raffigurano la Madonna col Bambino. La più piccola reca l’iscrizione «Santa Maria ora pro nobis 1728», la maggiore reca l’iscrizione «Ave Maria gratia plena ora pro nobis 1755». 

La porticina sotto al campanile oggi comunica con la sacrestia, ma nei tempi passati introduceva ad un ambiente separato dalla chiesa: il romitaggio. Ivi vivevano gli eremiti; infatti, sino all’Ottocento c’era periodicamente qualcuno che sceglieva di vivere da eremita e, ottenuto il permesso di vestire l’abito eremitico, trovava alloggio nell’ambiente raccolto dietro alla chiesa della Madonna delle Grazie. In cambio, l’eremita del paese vigilava sulla chiesa. Alfonso Panichi ricorda che intorno alla metà dell’Ottocento aveva scelto di vivere da eremita Pietro Pompili.

In un mattone posto sulla facciata posteriore dell’edificio si legge la data «1645». Probabilmente ricorda la ricostruzione del campanile, il quale, stando alle visite pastorali coeve, versava in pessime condizioni. Nel retro dell’edificio sono visibili anche diversi materiali di recupero in travertino, forse di epoca romana o medievale.

L’interno della chiesa è composto da tre navate. La centrale è più grande e più antica ed ha una volta a botte finemente affrescata, nel 1906-1908, dal pittore corropolese Filippo Flajani, con scene esaltanti i Misteri del Rosario. Le raffigurazioni sono inserite in riquadri su sfondo azzurro. Partendo dall’ingresso principale, nei cinque riquadri sono raffigurati: 1. l’Annunciazione; 2. la Visitazione; 3. la Natività; 4. l’Assunzione; 5. il Coro degli Angeli. Alle pareti erano raffigurati quattro santi, non più visibili: San Bernardo, San Cirillo, San Giovanni Damasceno e San Bonaventura. Parimenti, sono scomparse anche le nicchie che contenevano le statue dei santi e due altari laterali, dedicati a San Giuseppe e a Sant’Anna. Il solo altare di San Giuseppe è stato ricostruito, al termine della navata sinistra.

Le arcate a tutto sesto che separano le campate con le scene mariane sono impreziosite da medaglioni raffiguranti angioletti. La tradizione vuole che il pittore vi abbia ritratto i volti di 25 bambini controguerresi, alcuni dei quali vennero a mancare negli anni in cui si trovò a lavorare a Controguerra. Sempre secondo la tradizione, uno di questi (il secondo da sinistra sulla seconda arcata dal portone d’ingresso) avrebbe le fattezze del figlio del marchese Angelo Flajani – parente prossimo del pittore – che risiedeva a Controguerra. La scelta di dipingere i volti dei bambini potrebbe essere stata ispirata dal fatto che la chiesa, sino alla metà dell’Ottocento, ospitava i sepolcri dei controguerresi e uno in particolare era il parvulorum sepulcrum, ossia quello riservato ai fanciulli.

L’ultima campata contiene il presbiterio sopraelevato. L’altare privilegiatum, di gusto barocco, ha un basamento con due colonne tortili rivestite a stucchi che sostengono la trabeazione e il timpano ad arco ribassato. Le decorazioni a mosaico dell’altare – grappoli d’uva e pampani – vennero realizzate nel 1941, grazie ad una donazione di Pasquale Crescenzi, come ricordato da un’incisione alla base della struttura. Al centro dell’altare, in una nicchia scavata nel muro, trova posto l’effige cinquecentesca in terracotta della Vergine delle Grazie. Nella parte superiore è incastonata una tela secentesca (cm 60x75) raffigurante Dio Padre benedicente.

Le navate laterali hanno il soffitto piano e sono state aggiunte nel restauro del 1954. Al termine della navata sinistra è collocata una statua di San Giuseppe Lavoratore, mentre al termine della navata destra trova posto l’altare dedicato al Santissimo. Le vetrate laterali policromate sono rilegate in piombo e furono realizzate ad Atri, dalla ditta Camper, nel 1957.

In occasione di questi restauri venne eliminata la cantoria sopra all’ingresso principale, che ospitava un organo.

L’edificio è stato lesionato in anni recenti dal terremoto del Centro Italia del 2016 ed è stato riaperto al pubblico, dopo i restauri e la messa in sicurezza, nel 2019.

 

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Chiesa della Madonna delle Grazie
Stradale della Madonna, 64010 Controguerra TE
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